sabato 30 aprile 2016

Giovani esploratrici crescono.

Dopo aver apprezzato davvero molto il reboot di Tomb Raider del 2013, dove assistevamo agli esordi della Lara Croft che tutti conosciamo, non vedevo l'ora di provare il seguito diretto, uscito recentemente, in cui vediamo protagonista una Lara cresciuta, diventata ancora più risoluta, forte delle esperienze traumatiche a cui è sopravvissuta. Il suo bagaglio culturale inoltre è aumentato e le cose incredibili a cui ha assistito la spingono a rivalutare le teorie del padre, conducendola alla ricerca della leggendaria città di Kitez, seguendo le tracce di un antica civiltà e del suo fantomatico profeta, che la condurranno dalle calde terre siriane alle fredde terre siberiane, mentre tenta di constrastare una misteriosa organizzazione dalle dubbie intenzioni. Il gioco si presenta al 101% come una versione potenziata e limata del precedente, identico nelle meccaniche, e in alcuni elementi. A volte anche troppo. Vediamo quindi in che cosa e perchè questo piccolo capolavoro sarebbe potuto essere ancora migliore.

L'avventura parte subito in modo rocambolesco, prima sotto il sole del deserto e infine tra le nevi siberiane in mezzo a un paesaggio bianco e nevoso realizzato magnificamente. Qui inizia il gioco vero e proprio e tra flashback, sparatorie e inseguimenti si avanzerà scoprendo un'ambientazione suddivisa in macro aree semi open world in cui è possibile esplorare a piacimento alla ricerca di collezionabili e sfide da completare, cosa che porterà via parecchio tempo pur sembrando a tutti gli effetti una zona introduttiva. Dopo qualche ora infatti verranno ancora presentati piccoli tutorial per illustrare abilità di base che si useranno poi per il resto del gioco. Nonostante le apparenze però, una volta finita la zona, si sarà già in possesso di metà delle abilità e armi sbloccabili portandoci alla macro area successiva dove il gioco entra finalmente nel vivo. Forse un maggior bilanciamento tra location e narrazione in queste prime fasi avrebbe portato beneficio all'esperienza generale che inizialmente tende a ristagnare.

Qua e là troviamo nascoste anche le tombe, particolari zone segrete in cui rinvenire reliquie o utili upgrade per il nostro armamentario, molto affascinanti da vedere e da esplorare ma che presentano enigmi piuttosto semplici da risolvere. Le zone aperte sono molto belle e ispirate anche se in generale le aree del gioco precedente le ricordo come più numerose, varie e con ampiezza simile per tutte. Qui numerose aree che ci troveremo ad attraversare sono mezzi corridoi all'interno di catacombe, passaggi sotterranei o miniere e quelle davvero grandi sono solo tre che coprono però un area molto più ampia rispetto a qualsiasi altra del precedente gioco rivelandosi inoltre piene di cose da fare.


La componente narrativa riesce a portare avanti tutta l'avventura migliorando soprattutto dalla metà in poi. Non voglio fare spoiler soffermandomi sul tema trattato, che può piacere o meno a seconda dei gusti personali, quanto più sul come  le vicende si svolgono e vengono raccontate. La trama infatti sembra non volerne sapere di ingranare per un bel pò e ci viene data a piccoli bocconi avanzando lentamente, con singoli eventi spesso fini a se stessi e qualche colpo di scena abbastanza prevedibile. Da questo punto di vista la ricerca per la salvezza nel precedente capitolo mi è sembrato uno stimolo molto più forte a continuare l'avventura, contornata da tutti i misteri che via via facevano capolino sull'affascinante isola giapponese. Troviamo poi alcuni clichè già visti in altre opere, videogiochi compresi, e in generale la trama e l'ambientazione fredda ricorderanno molto, a chi l'ha giocato, Uncharted 2 ma senza il fascino del Tibet e la stessa tipica epicità nelle situazioni, pur difendendosi comunque molto bene.


Come anticipato il gameplay è praticamente identico a quello del predecessore, con un pò più enfasi verso lo stealth: sarà possibile nuotare sott'acqua, arrampicarsi sugli alberi o nascondersi tra i cespugli per non farsi scoprire dai nemici e prenderli così di sorpresa. Lara avrà a disposizione nuove armi e gadget, come ad esempio una picozza dotata di corda, Molotov e delle frecce avvelenate. Si potranno anche raccogliere risorse e materiali dall'ambiente per creare munizioni particolari. Le armi sono tutte potenziabili ma l'arco da solo diventa un arma abbastanza potente da distruggere interi eserciti. Sbilanciato ma figo. Abbiamo poi numerosi costumi sbloccabili o craftabili, alcuni in grado di donare vari bonus. Alla caccia è riservata più attenzione rispetto al primo pur rimanendo completamente di contorno. Durante il corso della storia inoltre sarà possibile trovare monoliti e altri manufatti grazie alla quale aumentare le conoscenze linguistiche di Lara che potrà così trovare segreti sparsi sulle mappe. Un altra novità interessante sono le missioni secondarie: ben integrate nella struttura di gioco, sono veri e propri obiettivi che ci verranno affidati da altri personaggi che incontreremo durante il corso dell'avventura. Gli sviluppatori sono quindi riusciti a rendere un vero piacere girovagare, intervallando fasi platform, sezioni shooting e raccolta di risorse.


Per chi si lamentava della rapida trasformazione di Lara da innocente studentessa di archeologia in temibile assassina di mercenari sappia che ormai il danno è fatto e Lara è più killer che mai. Tutto questo stona un pò con la sua storia di origini sull'isola in cui quello che faceva per lo meno era per sopravvivere e salvare i suoi amici e non, come sembra qui inizialmente, per l'egoistico motivo di trovare conferma alle teorie del padre prima di altri. Morti a centinaia perchè sì, fino a quando finalmente la trama inizia ad arrivare al dunque e possiamo in qualche modo giustificare le azioni di Lara attribuendole alla sua volontà di perseguire un bene superiore, ma fino ad allora, se ci si ferma a riflettere, si rimane perplessi ripensando ai massacri fatti.


In generale è proprio questa una delle cose che ha attirato maggiormente la mia attenzione. A più riprese infatti la coerenza tra gameplay e narrazione viene meno. Un altro esempio è la presenza delle stesse identiche strutture presenti nel gioco precedente sull'isola giapponese. Molto poco credibile che in due parti del mondo completamente diverse usassero gli stessi tronchi di legno con corda avvolta utilizzabili per collegare funi tramite frecce. Trovare i falò, che fungono da campo base, oltretutto già accesi, all'interno di sotterranei o catacombe chiuse e irraggiungibili da anni non contribuisce al realismo. Sarebbe bastato far trovare delle zone riconoscibili dove poter creare il proprio campo base interagendo con un tasto, un pò come accendere i falò in Dark Souls, e invece no. Ogni volta poi che c'è un cumulo di rifiuti e legna infiammabile, nelle immediate vicinanze possiamo trovare numerose bottiglie di liquore/alcool per creare una molotov, ma non mi dire. Questi e altri piccoli dettagli stonano in un opera che per il resto è un piacere da giocare e in cui è divertente immergersi.


Graficamente il titolo è godibilissimo e sempre un bel vedere, grazie a modelli ben realizzati e scorci paesaggistici d'impatto. La direzione artistica inoltre rende sempre molto affascinanti le location, anche se il level design delle stesse è altalenante. Nonostante la potenziale monotonia dell'ambientazione montagnosa/nevosa la grafica e il design delle mappe rendono interessante e bello da vedere ogni paesaggio, anfratto o rovina con più di una piacevole sorpresa. Le animazioni sono ben realizzate anche se il nuovo volto di Lara, realizzato per la current gen, non mi convince ancora del tutto soprattutto quando la si vede fare espressioni dispiaciute o preoccupate.


Il finale per come è strutturato e per il susseguirsi di eventi cita se stesso dal gioco precedente mancando però purtroppo degli stessi picchi emotivi e risultando un pò affrettato. Per fortuna il filmato dopo i titoli di coda salva in parte capra e cavoli lasciando diversi spunti interessanti aperti per le vicende future. Una volta concluso il gioco abbiamo un vero e proprio post game che si svolge dopo gli eventi della trama dando la possibilità di continuare a scoprire segreti e finire di cercare i collezionabili fino a completare tutto al 100%. Oltre a questo si avranno a disposizione numerose modalità contenute nella sezione "Spedizioni" che sono varianti interessanti al gioco principale e ne approfondiscono giocabilità e longevità. Inoltre un sistema di crediti con cui comprare particolari carte, permette di modificare il gameplay aggiungendo bonus/malus per variare l'esperienza, con l'ulteriore possibilità di sbloccare costumi e/o equipaggiamento speciale. Sicuramente un aggiunta intelligente e riuscita.


In definitiva questo secondo episodio delle nuove avventure di Lara Croft segue la buona strada tracciata dal precedente, introducendo piccole piacevoli aggiunte al gameplay e approfondendo l'elemento esplorativo senza sfociare nell' Open World più puro. D'altra parte però abbiamo elementi ripresi di peso senza troppa fantasia e trasposti da un capitolo all'altro, piccole incoerenze e una narrazione che poteva essere più incisiva, vista in definitiva l'importanza delle sotto trame su cui porta l'attenzione. Siamo quindi di fronte ad un ottimo gioco che farà sicuramente felici coloro che hanno apprezzato la svolta alla Uncharted della saga di Tomb Raider, riuscendo a regalare grandi soddisfazioni.

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