lunedì 30 marzo 2015

7 sfere, ancora una volta.

Sono passati anni da quando vidi per la prima volta la saga di Dragon Ball trasmessa in tv e me ne appassionai. Eppure ripetutamente e ciclicamente continua a essere riproposta tutt'ora, tanto che ad un certo punto ho pensato, come tanti altri, che non se ne potesse più. Eppure in Giappone la saga sta vivendo una rinascita. Escono nuovi film, nuovi personaggi vengono creati e inseriti nella mitologia e ovviamente i videogiochi dedicati non smettono di essere sviluppati neanche per un anno. Dopo aver conosciuto il picco massimo con il Tenkaichi 3 su PS2 però, Dragon Ball come videogioco sembrava non riuscire più a regalare le stesse emozioni, fino ad ora almeno. Dopo tante sperimentazioni e tentativi falliti infatti, Namco Bandai è riuscita a produrre e a pubblicare un gioco sulla serie che portasse finalmente una rinfrescata, giocabile dai fan di vecchia data come dai più recenti appassionati. Un'opera in grado di conservare lo spirito del manga e dell'anime senza annoiare e ricadere nelle solite vecchie trame. Parliamo di Dragon Ball Xenoverse.

martedì 24 marzo 2015

L'ordine nel caos.

Si è fatto un gran parlare di The Order: 1886 negli ultimi tempi. Atteso come l'esclusiva della svolta per PS4 per molti si è rivelata una delusione cocente. Il gioco non è come ci si aspettava, non dura niente, è troppo facile, non vale 70 euro, sono alcune delle critiche che ho sentito. Questo è il tipico gioco di cui mi piace parlare, perchè il media videoludico è ormai diventato troppo mainstream e spesso quando una nuova IP tenta di tornare a far valere delle caratteristiche che in passato erano comunemente apprezzate, questa viene accusata di avere un sacco di difetti e di avere un pessimo game design alle spalle. Ho parlato con molti che lo hanno giocato e una delle critiche più frequenti è stata che non vale i soldi del biglietto. Io non spendo mai più di 20-30 euro per un gioco al day one, sfruttando varie offerte, quindi evito di farmi il sangue amaro togliendo il prezzo pagato dalla valutazione del gioco in sè, cosa che andrebbe fatta sempre a prescindere. Vediamo di parlarne più chiaramente.