lunedì 31 agosto 2015

Fino all'alba.

Chi di voi l'ha giocato avrà già capito dal titolo di quale gioco sto per parlare. Sviluppato dai Supermassive e terza esclusiva Sony di quest'anno, pochi giorni fa è uscito Until Dawn, horror atipico che segue lo stile delle avventure grafiche di ultima generazione come Heavy Rain e Beyond: Two Souls di Quantic Dream. Pur non essendo stato creato dagli stessi sviluppatori le somiglianze sono evidenti e questo è tutt'altro che un male. Certo bisogna apprezzare questa tipologia di giochi. Ma Until Dawn riesce a coinvolgere fin da subito con una trama da Teen Horror Movie all'apparenza classica ma che nasconde svariate sorprese e vede il solito gruppetto di ragazzi, intenzionati a passare una vacanza tutti insieme in montagna, trovarsi coinvolti in qualcosa più grande di loro.
Entriamo nella baita.

Cercherò di spoilerare il meno possibile perchè il divertimento in questo tipo di giochi è proprio la scoperta dei dettagli e della trama. La premessa è semplice: un gruppetto di amici si riunisce per il weekend nella baita di montagna appartenente ad alcuni di loro ma a seguito di un evento imprevisto le cose vanno male. Un anno dopo decidono di ritrovarsi nello stesso posto ma questa volta saranno tutti a rischio perchè più di una minaccia incombe su di loro.


Il gioco è suddiviso in capitoli rappresentanti ognuno un preciso momento della notte prima dell'arrivo dell'alba. L'obiettivo sarà quindi quello di sopravvivere a questa notte di terrore ma le cose non andranno come previsto. Come molti teen horror questo gruppo di ragazzi infatti si troverà ben presto in pericolo, ma questa volta starà al giocatore prendere delle cruciali decisioni per permettergli di salvarsi oppure essere la causa della loro prematura dipartita.

La meccanica più importante del gioco è infatti l'effetto farfalla. In uno schema che andrà completandosi man mano che si avanza le decisioni che prenderemo andranno a causare degli eventi futuri con conseguenze spesso catastrofiche. La possibilità di modificare la storia quindi rappresenta un fattore di rischio importante perchè alla prima partita non si può prevedere che un dialogo o un azione innocente potrebbe rivelarsi fondamentale nel proseguire della notte.


Ogni personaggio è ben caratterizzato in modo da rappresentare un pò tutti gli stereotopi del genere,e man mano che la storia evolve anche i loro rapporti cambiano e anche in questo caso le scelte che faremo, le cose che gli faremo fare o dire potrebbero aumentare o diminuire l'affinità con un altro componente del gruppo modificandone dialoghi e situazioni future.

Sparsi per gli scenari inoltre troveremo dei totem che una volta raccolti mostreranno un breve spezzone di un possibile futuro. In base a questi potremo cercare di capire cosa può causarlo ed eventualmente evitarlo o farlo accadere. L'introduzione dei totem è un fattore molto interessante perchè induce ad esplorare bene gli scenari e può influenzare le proprie decisioni. Oltre a questi totem ci saranno da recuperare anche un consistente numero di indizi molto interessanti che serviranno a svelare i retroscena di tutta la vicenda.


A questo punto viene spontaneo domandarsi quanto queste scelte possano effettivamente modificare la struttura del gioco. Beh da questo punto di vista il gioco è già scritto. Ci sono degli eventi che saranno uguali per tutti nel loro svolgimento generale. A cambiare saranno invece i dettagli, i destini dei protagonisti e il loro ruolo nello svelare i misteri che sembrano essersi accumulati sulla montagna dagli anni '50. E ovviamente l'esito finale dipenderà da quanti ne saranno sopravvissuti. Dopo averlo platinato posso dire che a seconda delle scelte compiute si potrebbero saltare interi spezzoni giocabili perdendo così alcuni indizi che possono influenzare anche in questo modo eventi o dialoghi.

Parlando della giocabilità vera e propria si esplorano ambienti perfettamente ricreati muovendosi in terza persona. Si può camminare e muoversi un pò più velocemente. Nelle situazioni più concitate appariranno spesso QTE a tempo che bisognerà premere con tempismo. In alcuni casi sbagliare uno di questi porterà alla morte di un personaggio quindi bisogna mantenere il sangue freddo. Tocco finale sono le situazioni in cui viene richiesto di tenere il controller completamente immobile. In questi momenti spesso il gioco cerca di spaventarci portandoci a fallire. Inoltre il fatto stesso di costringere il giocatore a rimanere immobile così come sta facendo il personaggio su schermo aumenta considerevolmente l'immedesimazione.


La grafica è fotorealistica e per la recitazione sono stati presi veri attori di serie tv e cinema riprodotti fedelmente in 3D. Le animazioni facciali, talvolta esagerate, trasmettono bene nella maggior parte dei casi le sensazioni e gli stati d'animo dei personaggi. L'illuminazione e le ambientazioni creano un atmosfera credibile e tesa. Il sonoro poi dona quel tocco di classe che in un horror non può mancare con suoni paurosi, bisbigli e rumori improvvisi.

Parlando nello specifico della componente horror il gioco usa tante trovate diverse per provocare spaventi improvvisi, i cosiddetti jumpscares, riuscendoci a volte bene altre volte meno. Per il resto è l'atmosfera a farla da padrona, che unita all'imprevedibilità di cosa stia per accadere rendono il gioco teso quanto serve. Durante i primi capitoli assistiamo inoltre a delle sedute di psicoterapia in cui ci viene chiesto cosa ci fa innervosire di più o cosa temiamo maggiormente ad esempio. Queste scelte influenzano e cambiano tanti piccoli dettagli, personalizzando l'avventura a seconda dei nostri timori.


Durante la prima partita difficilmente noterete difetti particolari. Non tutto è perfetto però. Rigiocando più volte e cambiando le scelte, magari per prendere tutti i trofei, noterete che ogni tanto qualche incongruenza c'è. Qualche dialogo funziona meno bene in alcuni casi. E alcune situazioni possono apparire forzate, soprattutto quando vorrete fare una partita all'insegna della crudeltà facendo morire tutti uno dopo l'altro. Inoltre alcune scelte, dialoghi o QTE non cambiano poi così tanto l'esito degli eventi. Al solito si può affermare quindi che si poteva fare di più. Fare più attenzione ai dettagli. Ma di attenzione ai dettagli ce n'è davvero tanta anche così. Possiamo considerare il resto come delle sviste, anche se evitabili. Per fortuna non è niente di così grave da compromettere il gioco in sè che vi terrà attaccati per tutta la sua durata e oltre per la curiosità di vedere come sarebbe andata se.

In definitiva quindi Until Dawn è per me un gioco riuscito. A tratti riesce a far riaffiorare le sensazioni dei primi Resident Evil o Silent Hill. Mantiene alta l'attenzione e la tensione. La trama con le sue molte sfaccettature intriga fino alla fine. Riesce a farci apprezzare o detestare i suoi personaggi. E soprattutto a fare in modo che ci importi qualcosa di loro nel bene o nel male. Horror così sono rari. Se non lo avete già preso recuperatelo a prezzo budget e ricordate, se vi invitano a passare la notte in una baita su una montagna sperduta rifletteci bene prima di dire di si.
Una volta arrivati non si torna indietro...fino all'alba.

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