martedì 29 settembre 2015

La caccia selvaggia.

Ebbene sì. Mentre tutti giocano o hanno finito Metal Gear Solid V, io ho finalmente portato a termine The Witcher 3. Penso sia il gioco che mi è durato di più in assoluto. Ho voluto esplorarlo al massimo, spolparlo il più possibile lasciando insolute solo le cose più insignificanti. E ora il viaggio è finito. Quella che era iniziata come la curiosità di esplorare un mondo a me sconosciuto è diventata la malinconia di lasciare un mondo che già un pò mi manca. Proprio come quando vai in vacanza e incontri nuovi amici sapendo che prima o poi la vacanza finirà e dovrai salutare tutti.
E' questa l'essenza di The Witcher 3 secondo me. I personaggi, le storie e il coinvolgimento emotivo. Tutto avvolto in un contesto fantasy e fanta politico che sostiene e valorizza quei valori principali senza però esserne del tutto protagonista. Vediamo di approfondire.

Tratta dai romanzi dell'autore Andrzej Sapkowski , la saga di videogiochi di The Witcher sviluppata dai polacchi CD Project RED è sempre stata molto acclamata dai fan. Io mi sono approcciato alle vicende del Witcher solo con questo ultimo capitolo, uscito su tutte le piattaforme al contrario delle precedenti incarnazioni e come novizio avevo molti dubbi sull'effettiva qualità della trama, sulla profondità dei personaggi e sulla bellezza del mondo fantasy riprodotto in essi. Beh posso tranquillamente anticipare che sono rimasto molto soddisfatto.


Gli sviluppatori hanno saputo gestire questo ultimo capitolo in un modo apparentemente strano ma che in ultima analisi appare quanto mai sensato. Le vicende prendono il via quando il Witcher Geralt di Rivia, cacciatore di mostri, viene assoldato per ritrovare Cirilla, figlia dell'imperatore Nilfgaardiano nonchè sua allieva e figlioccia adottiva. Ciri è inseguita dalla Caccia Selvaggia, una legione di guerrieri leggendari viaggiatori di mondi, che la vuole catturare per la sua discendenza e le sue speciali capacità. Da questo momento partirà il viaggio del giocatore nell'esplorazione di un mondo di gioco davvero molto vasto e vario ma che si intuisce essere solo una piccola parte di quello che è in realtà un territorio (e un universo) molto più grandi.

Non starò a raccontarvi tutti i dettagli delle vicende, dei personaggi e delle situazioni politico/economiche perchè il mondo ricreato è quanto mai complesso e dettagliato e ogni dubbio può venir risolto solo giocando o leggendo i numerosi appunti e manoscritti recuperabili in game che sono fonte inestimabile di informazioni soprattutto per coloro che non si sono mai avvicinati alla saga.


Ci avventuriamo quindi nel primo atto di gioco che sarà anche quello più lungo e denso di cose da fare. La stranezza è che in tutta questa prima parte gli sviluppatori lasciano la trama principale quasi in disparte. Per ore e ore di gioco, ovviamente se si vuole fare tutto per bene, gli avanzamenti nella trama principale saranno pochi e poco coinvolgenti. Questo però permette di entrare in contatto con quella che è la vita del Witcher e il contesto in cui si svolge. Saremo letteralmente sommersi di missioni secondarie, contratti e tesori da trovare.

Le vicende delle persone più o meno comuni o importanti che incontreremo sono tutte interessanti e i loro problemi saranno la nostra principale fonte di guadagno. Per ogni mostro ucciso otteniamo una ricompensa e ogni nuova zona esplorata potrebbe portarci a trovare un equipaggiamento nuovo e potente. E si va dai fondali marini alle cime delle montagne, passando da colline, miniere e grotte intricate.


Dopo aver esplorato il territorio brullo e paludoso pieno di mostri e magiche creature del Velen, ecco che gli sviluppatori ci introducono alla più grande città del regno, Novigrad, tanto bella quanto piena di contraddizioni. E' qui che il giocatore affronta in modo diretto la complessità della situazione politica attualmente in corso e con le sue azioni può essere l'artefice del destino di molti dei personaggi coinvolti.

Infine esploriamo le isole Skellige, abitate da un popolo ispirato alle tradizioni e costumi Vichinghi. Una zona enorme anche questa che sarà poi fondamentale in quanto teatro di alcune delle missioni più importanti del gioco. Con la conclusione delle missioni nelle Skellige termina  il primo atto e inizia il secondo. Finalmente il giocatore inizia a raccogliere ciò che ha seminato. Tutto ciò che ha visto fino ad ora, i personaggi con cui ha parlato e le relazioni che ha intrattenuto si riveleranno fondamentali per affrontare una minaccia incombente. Dopodichè è tutto in discesa fino al terzo e ultimo atto. Non ci sono più zone nuove da esplorare se si è fatto e visto tutto nel primo atto. Si tratta solo di portare a termine le missioni principali che ci condurranno inevitabilmente al finale.


Io l'ho personalmente vissuto così e analizzando il sistema di gioco sono convinto che è questo il modo in cui è stato progettato lo svolgimento. Ogni missione infatti ha un livello del personaggio suggerito per essere affrontata. Se si è troppo forti non si otterranno punti esperienza, se si è troppo deboli la missione è segnata rossa come pericolosa, altrimenti quando è alla nostra portata sarà segnalata in verde. Seguendo queste indicazioni è difficile scostarsi dallo schema nascosto dagli sviluppatori poichè per ottenere punti esperienza e salire di livello è necessario portare a termine le missioni.

Ovviamente la scelta è del giocatore e si potrebbe tirare dritti facendo solo le missioni necessarie per raggiungere il livello più adeguato ad affrontare le missioni principali, ma in questo modo si perderebbero non solo tanti contenuti ma anche tanti punti esperienza utili per salire ai livelli più alti potendo così affrontare i nemici più forti e indossare gli equipaggiamenti migliori.

Parlando poi del resto delle meccaniche troviamo un intero esercito di possibilità. E' possibile personalizzare Geralt in molti modi. I Witcher sono in grado di usare i Segni, delle magie in un certo senso. Inoltre sono abili con le spade e ne portano sempre due, una d'argento per i mostri e l'altra d'acciaio per gli umani. Come se non bastasse sono anche in grado di realizzare pozioni e decotti con i quali sbloccare abilità e potenziamenti vari. Il giocatore a questo punto non deve far altro che decidere quale stile preferisce e potenziare il personaggio di conseguenza sbloccando le abilità preferite. Capite quindi che non sempre se una missione è segnata rossa allora vuol dire che è impossibile. Ci sono poi vari livelli di difficoltà selezionabili che rendono i combattimenti più ostici potenziando la vita e i danni inflitti dai nemici. E' in effetti un trucchetto da poco ma in alcune missioni può fare la differenza e far cambiare l'approccio del giocatore alle battaglie.



Come se le cose da fare non fossero abbastanza gli sviluppatori hanno inserito anche delle attività collaterali come le corse di cavalli e i tornei di pugilato ma, più importante di tutti, il Gwent!
Questo mini gioco di carte collezionabili è stata per me una vera sorpresa. E' un gioco nel gioco e riesce ad essere strategico e appassionante pur sottostando a delle regole semplici e di facile comprensione. Ovviamente ha anche tutto un suo set di missioni collegate, dalle sfide contro i  semplici mercanti o locandieri fino a veri e propri tornei.

Ci sono poi un sacco di altre meccaniche di cui si potrebbe discutere come ad esempio il crafting dei materiali, la creazione dell'equipaggiamento o il potenziamento dello stesso usando dei glifi. Potremmo parlare degli armaioli leggendari e degli schemi di creazione delle armi. Così come delle formule alchemiche per creare unguenti che se applicati sulle spade sono in grado di infliggere più danni a determinati tipi di creature.

Potremmo parlarne molto ma sarebbe un extra a quello che voglio dire in ultima analisi. The Witcher 3 è realizzato con cura e passione e si vede. La realizzazione tecnica e grafica è di alto livello, le musiche coinvolgenti e l'impatto visivo di alcune location mozzafiato. Non è perfetto sia chiaro, anche sui difetti se ne potrebbe parlare a lungo ma anche se ci sono ancora dei bug qua e là gli sviluppatori sono sempre al lavoro per sistemare tutto, segno che ci tengono davvero alla loro opera.



Quello che voglio far capire però è che questo gioco va approcciato nella maniera giusta. Non è un Bloodborne o un Dark Souls, nonostante abbia una lore molto interessante anch'esso non è su quella che punta principalmente. Come non è sui combattimenti che è posto il fulcro dell'esperienza.
In The Witcher 3 quello che troverete è un mondo vivo e vibrante, personaggi carismatici e interessanti, storie divertenti e strappalacrime. Il sorriso e l'amarezza. La gioia e la malinconia. La rabbia e la soddisfazione.

Bisogna giocarci bene e per parecchio tempo ma se riuscirete a resistere e a vederlo per quello che è, vi rimarrà nel cuore. Anche se non avete giocato gli altri capitoli, nè avete letto un romanzo come me. Posso solo immaginare quindi, quanto gli appassionati di vecchia data possano esserne orgogliosi. Se non l'avete ancora provato dategli una chance. E' uno di quei videogiochi con la V maiuscola. Uno di quelli che sanno trasmettere emozioni.

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