lunedì 12 ottobre 2015

Terrore nello spazio.

Dopo un anno dalla sua uscita ho finalmente potuto dedicarmi ad Alien: Isolation. Ormai quasi tutti avranno avuto modo di giocarlo o anche solo di vedere i numerosi gameplay presenti sul web, quindi penso proprio che la sua qualità sia palese per tutti. Il gioco non fa paura, no. Ti fa solo sentire in pericolo costante, come se la minaccia fosse a casa con te e la tua vita dipendesse da ogni tua minima azione! Ansia, davvero tanta ansia. Addentriamoci allora nella stazione spaziale Sevastopol e diamo un occhiata da vicino a quello che gli sviluppatori hanno realizzato per riuscire a sfornare un gioco di Alien, degno di questo nome.


Chi è già appassionato della saga cinematografica non faticherà a riconoscere molti elementi, oggetti e riferimenti di cui il gioco è pieno.  A partire dal personaggio che interpreteremo, Amanda Ripley, figlia della Ripley protagonista dei film, mandata sulla stazione spaziale Sevastopol per recuperare la scatola nera della Nostromo, la navicella di sua madre, e capire cosa le sia successo. Il gioco infatti si colloca idealmente dopo il primo film.

Ovviamente non tutto va come previsto e dopo un rocambolesco arrivo sulla stazione scopriremo che la situazione è già precipitata e numerosi abitanti stanno sparendo o venendo uccisi da una misteriosa creatura aliena, mentre gli altri si combattono tra loro per accaparrarsi quante più scorte, armi e munizioni possibili.



Seguendo una struttura che mi ha ricordato quella del primo Dead Space, con cui penso abbia molto in comune, ci troveremo a dover passare da una zona all'altra della stazione per riprenderne in mano il controllo e cercare infine di contattare la nostra astronave rimasta ad orbitare all'esterno. Tutto questo tentando di sopravvivere all'alieno e non solo.

Il gioco quindi si configura come un survival horror in prima persona, in cui sarà necessario muoversi con cautela, più furtivamente possibile, mentre si cerca di portare a termine gli obiettivi della missione, raccogliendo nel frattempo i materiali necessari per creare diversivi o soluzioni improvvisate allo scopo di sopravvivere un pò più a lungo. Contrariamente a quello che si può pensare da quanto detto fino ad ora, alcune armi sono presenti, spesso però si riveleranno inutili ad affrontare l'alieno, che si trasformerà ben presto in un incubo grazie all'intelligenza artificiale molto raffinata di cui è stato dotato e che userà per braccare i giocatori costantemente, proprio come un vero cacciatore.



Il lavoro svolto sullo Xenomorpho è davvero encomiabile. Non solo nell'intelligenza artificiale che ne controlla le decisioni e comportamenti ma anche grazie al comparto sonoro a lui dedicato, fondamentale per sentire i suoi versi e movimenti nei condotti o quando cammina a passo pesante verso l'armadietto dove ci si è nascosti. Aggiungeteci il fatto che non può essere eliminato e avrete un quadro chiaro della situazione. Momenti di vero terrore.

Molta della tensione è dovuta anche a come è stato pensato il sistema di salvataggio. In questo gioco infatti si può salvare solo in determinati punti e se si viene uccisi dopo parecchio tempo dall'ultima volta che si è salvato, allora si è costretti a ricominciare. Una scelta di questo tipo può sembrare un difetto ma in questo constesto permette di vivere ogni momento davvero con l'ansia di voler sopravvivere, cercando di fare di tutto per non essere uccisi proprio come se vi trovaste voi stessi in quella situazione. Inoltre spesso dovremo eseguire dei mini giochi in cui, impossibilitati a muoverci o a nasconderci, dovremo hackerare dei terminali oppure aprire dei pannelli. In questi momenti saremo completamente vulnerabili e sentire l'alieno scendere da un condotto vicino a voi mentre siete indaffarati in queste operazioni è una di quelle situazioni che fanno accapponare la pelle.



Nonostante una generale linearità, in alcune occasioni sarà possibile una certa varietà di approcci. Ad esempio i sopracitati sopravvissuti saranno spesso poco disponibili al dialogo e spareranno a vista. Potremmo decidere di aggirarli attraverso i condotti evitando di farci vedere. Oppure potremmo sparargli rischiando di attirare l'attenzione dell'alieno su di noi. La cosa più divertente è che ad esempio possiamo costruire e lanciare degli emettitori sonori che attireranno l'alieno una volta attivati. E' rischioso, certo, ma se tutto va per il verso giusto l'alieno vi farà il favore di eliminare le altre minacce prima di tornare a cercarvi.

Per quanto riguarda il comparto tecnico/grafico, gli sviluppatori hanno voluto rendere omaggio allo stile retrò delle prime pellicole cinematografiche, ricreando quel look vintage e allo stesso tempo fantascientifico che caratterizza la tecnologia e la strumentazione che è possibile trovare e utilizzare sulle astronavi, così come visto nel primo film di Alien. In più di un'occasione possiamo anche assistere a filmati o schermate riprodotte come se fossero state registrate su una vecchia videocassetta. Il vecchio e il nuovo si alternano continuamente. In game però troviamo una grafica molto realistica e grazie ad alcuni tocchi di classe come ad esempio il rilevatore di movimento e i suoni originali dei film l'immersione in questa atmosfera di pericolo e nostalgia è garantita.



Aggiungete poi una longevità più che adeguata, uno svolgimento interessante, svariate situazioni e colpi di scena, varie difficoltà tra cui scegliere e una modalità sopravvivenza con cui sfidarsi online a chi riesce ad ottenere i punteggi migliori e avrete fatto centro. Senza contare i due DLC che permettono di giocare in prima persona alcune scene del primo film. Questi pur non essendo molto originali nella struttura, nè molto longevi, fanno del buon fan service.

Dall'altra parte del condotto di ventilazione però, qualche difetto c'è. Ad esempio le ambientazioni sono per lo più molto simili, svolgendosi per tutto il tempo sulla stazione spaziale o su altre astronavi, che però hanno lo stesso tipo di struttura o un level design davvero molto similare, pur essendo comunque molto ben ricreate e claustrofobiche. Inoltre dopo qualche ora di gioco si avverte un pò di ripetitività, più che altro perchè i compiti assegnati per le varie missioni sono molto basilari, come ad esempio riattivare la corrente di un settore o recuperare un kit medico in un'altro. Tutte missioni che seguono lo schema vai da A a B in maniera piuttosto lineare, soprattutto perchè fino quasi alla fine del gioco non si hanno gli accessori necessari per sbloccare molte delle porte chiuse che permettono di raggiungere alcuni dei collezionabili del gioco sottoforma di particolari file audio che approfondiscono gli avvenimenti o di tessere identificative appartenute al personale scomparso, costringendo i giocatori interessati o i più completisti ad un backtracking forzato.

Considerando che per la maggior parte del tempo bisogna muoversi piano per non farsi sentire, capite subito che le persone meno pazienti o che soffrono molto di ansia saranno un pò contrariate. Per tutti gli altri che invece non hanno questi problemi, oppure sono fan sfegatati della saga, se ancora avevate dei dubbi e non avete recuperato questo Alien: Isolation, correte a farlo perchè non ve ne pentirete...a patto che lo facciate silenziosamente! Non si sa mai cosa possa esserci in agguato ad aspettare.

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