martedì 12 gennaio 2016

Caos e distruzione per una giusta causa!

Buon 2016 a tutti! Come prima analisi dell'anno iniziamo col botto insieme a Rico Rogriguez, protagonista della saga Just Cause, che di botti ed esplosioni se ne intende! Dopo un secondo capitolo che ha messo in mostra un gameplay originale e divertente ambientato nella mappa più grande mai realizzata per un videogioco, Rico ritorna nella sua terza avventura equipaggiato con nuovi strumenti e armi di distruzione e con l'obiettivo di liberare la sua terra natia, Medici, dal giogo di un crudele dittatore. Entriamo nel dettaglio e vediamo se gli Avalanche Studios sono riusciti ad eliminare i difetti presenti nel precedente episodio e se finalmente Rico è protagonista di un gioco capace di coinvolgere a tutto tondo.


In questo nuovo capitolo Rico torna a casa, la sua terra, modellata ispirandosi ad alcuni dei migliori paesaggi mediterranei, a metà tra Italia e Spagna. Il generale Di Ravello ha qui preso il potere riempiendo il territorio di basi militari, i villagi e le città di cartelli propagandistici e di statue a sua immagine con l'obiettivo ultimo di sfruttare le risorse minerarie del luogo estraendo uno speciale materiale, il Bavarium, con cui è in grado di sviluppare armamenti ed esplosivi più potenti che mai.



Qui Rico incontra Mario Frigo, amico d'infanzia ora a capo della ribellione, e Dima scienziata che ha lavorato per Di Ravello ma ora dalla parte dei ribelli, che come prima cosa fornisce al nostro eroe un rampino potenziato e una tuta alare apribile alla pressione di un tasto. Questa unita alla possibilità di usare il paracadute (infinito) in qualsiasi momento e alla potenza di trascinamento del rampino, aggiunge quel tocco di libertà in più che permette acrobazie folli e la possibilità di planare fino addirittura a volare per lunghe distanze. Inizialmente bisogna prendere la mano con queste meccaniche tutt'altro che immediate da padroneggiare, poichè affidate ad un abile alternanza nella pressione dei giusti tasti sul controller. Dopo qualche ora di gioco però le potenzialità e l'effettiva efficacia di queste particolari tecniche di spostamento vengono a galla e si inizia a divertirsi sul serio.


Oltre che permettere spostamenti rapidi il rampino è un'arma molto efficace poichè è possibile lanciare corde tra due o più bersagli e fare in modo che questa si riavvolga trascinando qualsiasi cosa vi sia agganciata con sè, che siano oggetti, veicoli o persone. Utilizzando queste possibilità e un pò di ingegno è possibile distruggere intere basi senza sparare nemmeno un colpo. Ovviamente però le armi folli e distruttive non mancano e grazie alle possibilità offerte dal rampino, ad un arsenale ampio e variegato di armi e veicoli d'assalto, e alle MOD, abilità sbloccabili per personalizzare e potenziare ogni aspetto delle meccaniche, l'unico limite sarà la fantasia di chi gioca.



La trama si sviluppa tramite una serie di missioni divise in tre atti che regalano qualche situazione epica e momenti esilaranti senza però risultare nell'insieme memorabili. Fungono quindi da semplice diversivo rispetto agli attacchi sistematici e costanti di villaggi, insediamenti e altre location di interesse, spesso simili tra loro e tutti liberabili facendo esplodere determinati elementi contraddistinti dal colore rosso: trasformatori per l'energia, cisterne di carburante, antenne per la comunicazione e così via. Ogni avamposto liberato contribuisce a liberare una regione e ogni regione contribuisce a liberare una provincia dal controllo delle forze militari e mercenarie di Di Ravello.



Oltre a questo ogni zona liberata sblocca delle sfide che vanno dalle classiche gare in macchina, barca o velivoli, a cadute libere dal cielo volando con la tuta alare, ad esempio, con l'obiettivo di centrare più checkpoint possibili e ottenere così più punti e più ingranaggi. Le sfide infatti sono l'unico modo per ottenre gli ingranaggi che sbloccano di volta in volta i MOD. Queste sfide sono ben congegnate perchè sfruttano il territorio proponendo difficoltà sempre maggiori e riescono a spezzare il ritmo e la monotonia proponendo attività stimolanti e spesso per niente semplici da completare con il massimo dei punti.


Per concludere con le tipologie di attività sono presenti anche degli eventi casuali in cui ad esempio sarà necessario liberare dei compagni catturati o rapire noi qualche figura di spicco della dittatura. Inoltre è possibile trovare in grande quantità vari tipi di collezionabili tra i quali sono di particolare interesse i nastri di Di Ravello, registrazioni lasciate dal dittatore che rivelano svariati retroscena dal suo punto di vista. La varietà di sicuro non manca.

L'aspetto tecnico poi è assolutamente da premiare con paesaggi mozzafiato e tanti dettagli a cui di solito non si fa caso come ad esempio la vegetazione che si sposta con l'aria generata da un elicottero che si alza in volo, oppure i sobbalzi di un auto ferma a bordo strada mentre altre vetture le passano accanto, proprio come accade nella realtà, o ancora una giostrina per bambini in un parchetto che gira davvero se la tocchiamo e tanto altro ancora. I modelli e le animazioni dei personaggi sono curati, più di tutti quello di Rico ovviamente e a scendere fino ai passanti e agli animali che comunque svolgono il loro dovere pur essendo poco più di un riempitivo. Considerando che per la maggior parte del tempo i giocatori si troveranno per aria, l'inserimento e la cura di così tanti piccoli aspetti denota la dedizione e la passione che gli sviluppatori hanno voluto inserire nella loro opera.



D'altra parte però rimane un pò il dispiacere che un mondo di gioco così grande e curato venga assaporato molto poco nel suo piccolo. Effettivamente distrutta una base si procede alla prossima e così via missione dopo missione in una corsa quasi incessante senza magari soffermarsi troppo su piccoli ma interessanti conglomerati urbani o naturali finemente ricreati e che sono lì pronti per essere protagonisti di chissà quali vicende se solo gli sviluppatori avessero voluto usarli a tale scopo. Il panorama che hanno creato cattura spesso l'attenzione grazie alla sua bellezza e varietà per fortuna e almeno in questo modo sono riusciti a rendere interessante una mappa che, al di fuori delle attività proposte, non riesce a farsi sentire viva e vibrante quanto avrebbe potuto.

Le intenzioni degli sviluppatori sono state chiaramente quelle di creare un gioco che non si prende sul serio, che scherza ma non troppo, una via di mezzo tra un GTA e un Saints Row ma con quel tocco di originalità che basta a renderlo un'esperienza unica. In altre mani un mondo di gioco così grande, bello e dettagliato sarebbe potuto essere terreno fertile di avventure di qualsiasi tipo, ma così hanno voluto e così ce lo gustiamo.


Just Cause 3 è la naturale evoluzione della saga. Un secondo capitolo alla massima potenza. Bello e divertente se dosato, poichè alla lunga potrebbe comunque risultare ripetitivo. La trama non è il fulcro dell'esperienza ed è evidente, ma se volete qualcosa di spensierato e caciarone con cui tornare a divertirvi giocando e basta, questo è il titolo che fa per voi. E se siete amanti degli easter egg ne vedrete delle belle. Con così tanto spazio gli sviluppatori ne hanno inseriti molti di cui alcuni  davvero geniali. Una volta concluso al 100% è possibile che non ne possiate più di liberare basi e fare casino ma vi rimarrà la voglia di prendervi finalmente del tempo per poter guardare più da vicino questa terra meravigliosa esplorandola alla ricerca di una spiaggia, di un relitto o di qualche segreto che vi lascerà un sorriso e farà viaggiare la vostra fantasia immaginando storie e situazioni. E se un videogioco riesce a fare questo, nonostante tutto, non può che essere promosso a pieni voti. Alla prossima Rico!

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