lunedì 19 gennaio 2015

La sperimentazione degli dei.

Con la curiosità del game designer mi interesso molto a tutti i tipi di sperimentazione videoludica, sia che questi avvengano sul comparto tecnico/artistico, sul fronte del gameplay o da un punto di vista narrativo. Sempre più spesso recentemente i videogame indipendenti hanno dato dimostrazione di quanto possano essere splendidamente realizzate alcune idee. Per fortuna anche le case sviluppatrici più famose ogni tanto provano a sperimentare e creare qualcosa di originale che non serva solo a riempire i loro portafogli. Io come appassionato del mondo anime e manga giapponese non potevo esimermi dal provare con mano quello che secondo me è un esempio lampante di quanto detto. Sto parlando di Asura's Wrath, videogame action uscito qualche tempo fa su PS3 e Xbox360. Questo titolo è molto particolare e si differenzia parecchio dai classici del genere action come ad esempio God of War, da cui sicuramente trae una certa ispirazione, per svariati motivi.


AW infatti è un'esperimento e come tale secondo me è pienamente riuscito. Il gioco è strutturato come una serie anime giapponese suddiviso in capitoli della durata di 20-25 minuti l'uno formati da un prologo, una battaglia centrale e un epilogo. Il sistema di combattimento di conseguenza è semplice e allo stesso tempo coinvolgente perchè tramite un utilizzo spropositato di QTE fa immedesimare il giocatore nella rabbia del protagonista e tramite una narrazione e una caratterizzazione dei personaggi ben definita lo spinge a premere i tasti come se fosse lui stesso a sferrare quei colpi. Questo sistema rende il gioco ovviamente molto poco tecnico ma non per questo meno valido.

I Cyberconnect2 sviluppatori del gioco e famosi per aver creato i videogame della serie Naruto, hanno fatto tesoro delle loro esperienze creando un universo narrativo completamente nuovo, originale, con delle regole precise e un background di tutto rispetto, personaggi splendidamente caratterizzati e una trama interessante fino alla fine.

Purtroppo da un punto di vista del marketing è stato vittima delle scelte infelici e della politica della Capcom, publisher del gioco, che con i loro DLC hanno spezzettato i contenuti vendendoli a parte, tra cui un paio di capitoli di mezzo e addirittura alcuni capitoli di epilogo. Il gioco resta godibile comunque ma sarò sempre contro a queste decisioni che impediscono di avere un gioco nella sua interezza.

      AW può anche deludere se approcciato come un qualsiasi altro gioco action ma è in realtà un riuscitissimo anime interattivo. Lo stile si basa su una fusione tra religione shintoista e futurismo trasformando le divinità in semidei androidi dalle tecnologie avanzatissime che traggono potere dal mantra, cioè le anime dei viventi. Azioni folli e spettacolari coinvolgono tramite il già citato utilizzo massiccio di QTE con tasti da premere al momento giusto premiando il tempismo.

      Il gameplay nelle fasi di combattimento è quindi basilare e intuitivo, ma ovviamente la scelta di suddividere il gioco in episodi animati, rende le fasi di combattimento poche e per la maggior parte boss fight divise in più parti. Davvero belle da vedere e da giocare ma che rimarcano la sostanziale mancanza di una vera e propria struttura action.


Questo esempio secondo me dimostra quanto possa essere sciocco basarsi sulle apparenze, spesso un gioco potrebbe infatti deludere le nostre iniziali aspettative ma rivelarsi poi qualcosa di migliore che non ci saremmo mai aspettati. In un periodo di omologazione, sequel e prequel ogni novità è un barlume di speranza per l'industria, confermando di volta in volta quanto questo media abbia ancora molto da offrire.

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