venerdì 30 gennaio 2015

Cuori valorosi.

Pochi mesi fa, per commemorare il centenario della Prima Guerra Mondiale Ubisoft Montpellier ha pubblicato un videogioco sul tema, chiamato Valiant Hearts: The Great War. Nella forma di un'avventura grafica in 2d, la trama di dipana facendoci consocere diversi personaggi i cui destini ben presto si incroceranno. Usando il bellissimo motore grafco Ubi Framework, usato per gli ultimi Rayman e Child of Light, altre perle videoludiche da non sottovalutare, gli sviluppatori dipingono la loro visione della prima guerra mondiale portando il consueto stile Ubisoft e anche qualcosa di personale. Come al solito se l'avete già giocato capirete meglio alcune mie osservazioni, ma ho comunque mantenuto i possibili spoiler a minimo. Andiamo quindi a vedere più nel dettaglio.

Già dal menu principale la prima cosa che colpisce è la colonna sonora. Una musica malinconica accompagna le prime immagini immergendo il giocatore nello stato d'animo giusto.  Lo stile grafico appare subito splendido grazie all’Ubi Framework in gran spolvero. I personaggi il modo di animarli e di farli interagire tra loro. Insomma da subito si capisce che il gioco punta molto sulla narrazione e che la musica la fa da padrona nell’accompagnare perfettamente gli eventi. Sfogliando i menu si riconosce il solito grande database Ubisoft sugli eventi reali di cui narra il gioco e non può che fare piacere. Giocando ho scoperto tante cose che ignoravo su quel periodo o ho rivalutato alcune convinzioni che paiono consolidate quando si parla di guerra. Valiant Hearts infatti dipinge il carattere dei nostri protagonisti tramite i loro pensieri scritti su diari, quello che vedono e come reagiscono agli eventi, e questo non fa che contribuire al coinvolgimento emotivo di chi gioca. Inoltre è possibile trovare una grande quantità di collezionabili che svolgono una seconda funzione oltre a quella ovvia di "trovarli tutti". Bella infatti la trovata di dare ai collezionabili un valore culturale oltre che la solita caccia al recupero per puro passatempo dato che ogni collezionabile racconta un retroscena interessante del periodo della Grande Guerra, con oggetti e strumenti usati in quei giorni duri.

Parlando nello specifico del gameplay da subito si imparano i pochi ed efficaci controlli. Essendo in 2D ci si muove a destra e a sinistra, si possono raccogliere o lanciare oggetti e più volte viene richiesto tempismo e precisione nei QTE. Spesso bisognerà risolvere enigmi ambientali o situazionali, andando nel luogo corretto o portando l'oggetto giusto al personaggio giusto, inoltre un sistema di indizi permette di sbloccare un suggerimento alla volta ogni tot di tempo in caso qualcosa ci sia proprio sfuggito, quindi non troveremo mai enigmi particolarmente ostici. Altre interazioni sono quelle che permettono di attivare leve o salire e scendere le scale, spostare oggetti o arrampicarsi e così via. Un tasto è poi assegnato ad un attacco fisico efficace sia per abbattere ostacoli che per stendere i nemici. Da notare che mai in tutto il gioco ci viene data in mano un'arma vera e propria ed essendo un gioco ambientato in molte zone del fronte questa scelta degli sviluppatori è voluta e studiata per focalizzare l'attenzione su altri elementi, come ad esempio i rapporti tra i personaggi o i compiti che molti soldati dovevano assolvere non essendoci solo combattenti dal grilletto facile. Come struttura il gioco è diviso in capitoli a loro volta suddivisi in episodi di breve durata che vedono protagonista uno dei 4 personaggi del gioco. Da un certo momento in poi subentrerà anche il cane Walt fedele compagno che farà da filo conduttore tra i vari protagonisti trovandosi almeno una volta con ognuno di loro e aiutandoli nella loro sopravvivenza. Proprio la collaborazione con il cane dona un tocco di simpatia e la possibilità di accarezzarlo e coccolarlo sono piccoli dettagli che aiutano ad aumentare l’empatia.

Il gioco è in pratica un’avventura grafica dai toni seri e drammatici, una punta di malinconia e qualche sprazzo di ironia. I filmati e le situazioni importanti sono realizzati in stile fumettoso con inquadrature che appaiono nella visuale principale proprio come se fossero vignette. Il game over è praticamente non contemplato perché in caso di sconfitta si riparte all’ultimo checkpoint come se niente fosse accaduto. Sarebbe stato appropriato secondo me un sistema di scelta libera del personaggio da usare negli episodi dove ce ne sono più di uno insieme sul percorso. Si risparmiava lavoro sull’IA degli NPC e si faceva giocare di più il giocatore. Alcune sezioni come quelle in auto a vista frontale con i colpi di mortaio e mitragliatrici da schivare e che cadono a tempo di musica sono davvero stupende e geniali.

Tutto splendido splendente quindi? Purtroppo no e infatti le meccaniche di gioco dopo un po’ tendono ad essere ripetitive a parte qualche momento già citato particolarmente brillante. La trama poi pare dall'inizio banalotta con il nostro gruppo di eroi alla ricerca di un barone tedesco che ha rapito uno scienziato, padre di una dei protagonisti, per usare le sue ricerche a vantaggio della Germania. Proprio mai sentita questa storia eh.
Gli scontri con il barone sono un po’ fuori luogo poichè lui viene colpito più volte da granate a distanza ravvicinata senza morire mai. La realizzazione delle scene è comunque davvero bella ma finendo il gioco ci si rende conto che la trama dei primi tre capitoli con l’inseguimento dell’immortale barone Von Dorf scade presto nella noia e nel ridicolo. A volte poi gli sviluppatori hanno esagerato con lo zelo inserendo sezioni insensate dove magari affronti i tuoi stessi compagni o dei nemici improvvisati a causa di bazzecole, facendoti pensare che alla fine non è poi tanto seria la questione della guerra, quando invece non è così.

Nell'ultimo capitolo poi si cambia registro e tutto il gioco si focalizza e fa la morale su un preciso evento. Alternando scene crude e serissime a situazioni apparentemente insensate, si scopre infatti che per colpa di alcuni folli generali morirono un sacco di soldati e quindi molti altri si ammutinarono tanto che il gioco ci fa usare proprio uno dei protagonisti per compiere un'azione che sul momento sembra la più giusta e logica.
E in conseguenza di tutto questo alla fine che succede? Beh senza spoiler ulteriori vi dico semplicemente che il gioco fa apparire come nemici di più gli alleati e la loro giustizia che i tedeschi che erano fino a quel momento i veri cattivi. Un finale amaro e in qualche modo imprevedibile nella sua prevedibilità. D'altronde la musica e la schermata iniziale non presagiscono un gioco allegro e da tutti felici e contenti, ma è il modo e il perchè che proprio non mi sono andati giù.

Al di là dei gusti personali considero comunque Valiant Hearts un bel gioco, anzi una bella esperienza, ma che con più sicurezza e concentrazione sulle vere intenzioni da parte degli sviluppatori avrebbe potuto essere veramente senza pecche, mentre invece così come è presenta molte contraddizioni che a mio parere non permettono di apprezzarlo appieno. Visivamente e musicalmente comunque resta un capolavoro stupendo. Da giocare almeno una volta per poterne parlare e giustamente per non dimenticare...

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