venerdì 9 gennaio 2015

Un gioco per domarli.

La saga del Signore degli Anelli è una delle opere di letteratura più maestose create dalla mente umana. Così come tutta la mitologia riguardante la Terra di Mezzo. Il merito di tutto questo va allo stimatissimo J.R.R Tolkien per tutta la sua fantasia e il suo impegno. Oggi però sono qui per parlare dell'ultima opera videoludica basata su questa epica mitologia: L'ombra di Mordor, sviluppato da Monolith Productions e pubblicato da Warner Bros. Uscito ad ottobre, questo action adventure che pareva essere solo un miscuglio di meccaniche rubate neanche troppo furtivamente da altri giochi di successo, si è rivelato invece una sorpresa inaspettata sia per molti giocatori, che per la stampa specializzata. Questo dimostra che l'importante non sono solo le meccaniche che inserisci, ma anche come le sviluppi, come le integri e come le usi nell'economia di gioco. Anche io ho apprezzato molto il gioco, trovandolo un degno midquel tra Lo Hobbit e ISDA, non solo per la trama che si prende delle licenze ma che riesce allo stesso tempo a non influire sullo svolgimento canonico degli eventi delle saghe principali, ma anche per le divertenti meccaniche e gli innovativi sistemi che mostrano cosa può dare la  next gen. Facciamo quindi un salto a Mordor.



Il gioco si presenta come un open world action adventure che mescola le meccaniche di movimento della saga di Assassin’s Creed a quelle di combattimento dei vari Batman Arkham in un cocktail divertente e ben bilanciato. I movimenti sono fluidi e le animazioni molte e ben fatte, anche se spesso fin troppo somiglianti a quelle dei famosi assassini. Le terre di Mordor sono incredibilmente vive e piene di eventi che si susseguono indipendentemente dalla nostra presenza e che rendono un vero piacere l'esplorazione.

La storia è composta da non molte missioni principali e verso la fine si sente che gli eventi sono stati molto velocizzati in quanto, a mio parere, avrebbe avuto senso la presenza di una terza area esplorabile e almeno una decina di missioni in più proprio per rendere il tutto più equilibrato. Così come si presenta, il gioco si mantiene avvincente nella prima metà, con molte missioni e nemici da affrontare in crescendo, per poi trasformarsi in uno spettacolare gioco di conquista e massacro, una volta arrivati alla seconda area e sbloccata una particolare abilità, fino all'epico finale, che però una volta concluso lascia un senso di incompiuto. Certo dopo i titoli di coda si può riprendere a giocare per completare il completabile e continuare a combattere, grazie al sistema di creazione dei nemici di cui parlerò fra poco, ma se la campagna principale si fosse presa più spazio, sarebbe risultato tutto più soddisfacente. Così invece trasmette proprio la sensazione che abbiano dovuto affrettare i lavori per un motivo o per un'altro.

Nonostante questo tutti gli eventi, i filmati e le animazioni sono ottimamente realizzati. Il sistema di combattimento è violento e soddisfacente ed è inoltre possibile personalizzare e potenziare le armi in nostro possesso equipaggiando potenti rune in grado di dare capacità speciali al nostro ramingo. La grafica e il sonoro sono di livello eccellente con suoni e doppiaggi perfetti anche in italiano e scorci, effetti particellari e riflessi di alto livello. Le ambientazioni, divise nelle due macro aree, sono molto belle anche se più varietà non avrebbe guastato. Il gameplay in generale diverte in tutto, dalle abilità del protagonista, alle azioni che si possono fare in giro, anche solo assistendo agli eventi casuali che questa vivissima terra di mordor ha da offrire.

Vero fiore all'occhiello della produzione che la innalza notevolmente dai canonici standard dei giochi action è il Nemesys System. Questo sistema è stato sviluppato per consentire al gioco di generare proceduralmente e randomicamente i nemici, le loro caratteristiche, come punti di forza o debolezza, e gli eventi ad essi legati. In questo modo ogni volta che si torna a giocare ci si ritroverà ad affrontare orchi su orchi sempre diversi e situazioni nuove che richiedono un minimo di strategia oltre che abilità nel combattimento. Grazie a questa caratteristica il gioco riesce a farci avere un assaggio di qualcosa che sa veramente di nuovo e next gen.

Il finale vuole essere in qualche modo aperto per lasciare uno spiraglio ad un eventuale seguito di questo spin-off che grazie alla fedeltà e ai riferimenti alle opere originali sarà un piacere per tutti i fan, poichè si mantiene su suoi binari narrativi precisi anche prendendosi qualche licenza, approfondendo magari avvenimenti conosciuti con nuovi risvolti, ma senza andare ad intaccare il susseguirsi originale degli eventi. Inoltre la presenza di una dettagliata enciclopedia nel menu di gioco è una vera chicca che permette anche ai non esperti di conoscere tutto o quasi della mitologia creata da Tolkien.

Soprendendo tutti, gli sviluppatori sono riusciti a confezionare un prodotto divertente e per molti aspetti innovativo, dimostrando quanto spesso le apparenze ingannano e i videogiochi in generale vadano valutati e criticati solo dopo averli giocati o provati con mano. Inoltre hanno creato una base che con queste premesse potrebbe dar vita ad un sequel di altissimo livello. E finchè ci saranno orchi, la nostra spada sarà pronta...e anche il nostro spirito.

Nessun commento:

Posta un commento